Daniele Barraco, fotografo ritrattista classe 1980, nasce come musicista, approfondisce lo studio della batteria presso il CPM di Milano e successivamente presso l’istituto Lizzard di Grosseto. Studia da autodidatta, si definisce un fotografo “web- taught”, uno dei primi fotografi emersi dalla condivisione di informazioni su internet. Ama la luce in tutte le sue sfumature, le sue immagini sono facilmente riconoscibili proprio per l’uso della luce stessa trattata come ulteriore soggetto dello scatto. Si specializza nella ritrattistica perchè ama le persone, il rapporto ma soprattutto il rispetto reciproco che si crea fra soggetto e fotografo. Ritrae celebrità e persone comuni indistintamente, le persone sono per lui le protagoniste indiscusse a pre-scindere dalla loro notorietà. Nel ritratto predilige il bianco e nero perchè è l’origine e l’essenza della fotografia, ma anche la forma più compiuta per realizzare immagini in cui possa trasparire al massimo la capacità delle persone di trasmettere emozioni. I suoi ritratti si distinguono per un forte impatto d’immediatezza visiva e un senso classico della composizione. Dal 2010 è testimonial italiano di Hasselblad e Profoto, scatta con dorso Hasselblad H4D-40 e luce Profoto ProB3 Airs, dal 2011 è Wacom Ambassador e membro del gruppo di professionisti del colore “Coloratti” di X- rite. E’ collaboratore del Corriere della Sera, Max, Style Magazine, Style golf, lavora per Vanity Fair, Wired, Sette, Class, Gioia, Capital, Le Figarò, Rolling Stone e Sportweek. Ha ritratto tra gli altri John Malkovich, Christopher Walken, James Blunt, Tom Jones, Iggy Pop, Brian Molko, Pierfrancesco Favino, Dee Dee Bridgewater, Eugenio Finardi, Francesco De Gregori, Morgan e molti altri. Nel 2011 ha ricevuto una menzione d’onore all’IPA, International Photography Awards, con il progetto “Closer” una serie di 5 ritratti in bianco e nero composta da celebrities e persone comuni. Nel Marzo 2012 è stato selezionato dal Corriere della Sera per partecipare ad una mostra collettiva all’interno della Triennale di Milano. Adora il cibo giapponese e non sopporta i calzini bianchi.